“Approdo per noi naufraghi”: il nuovo saggio di Elena Basile scuote le coscienze

Nel suo nuovo saggio Approdo per noi naufraghi (PaperFirst, novembre 2025), Elena Basile affonda lo sguardo nel cuore della crisi morale, politica e culturale dell’Occidente contemporaneo, offrendo un’analisi lucida e spietata ma al tempo stesso orientata alla ricerca di un possibile “approdo”.

I “naufraghi” evocati nel titolo sono i cittadini europei smarriti tra la propaganda e il pensiero unico, le nuove generazioni scese in piazza contro il genocidio a Gaza, coloro che scelgono il non voto o che votano per sfiducia, e tutti quelli che non si riconoscono nelle due destre oggi egemoni in Europa. Sono gli esclusi, i dissidenti, i delusi, ma anche i semi di un possibile cambiamento.

Basile descrive l’Europa come un continente alla deriva, trascinato dalla NATO e incapace di definire un’autonomia strategica. La sua politica estera e militare è ormai subordinata agli interessi dell’imperialismo finanziario statunitense, mentre le sue istituzioni – dalla Commissione al Consiglio – si dimostrano sempre più opache, tecnocratiche, e svuotate di legittimità democratica. L’UE, nata con l’ambizione di costruire una pace duratura, è oggi l’appendice di un blocco occidentale che ha smarrito la propria bussola etica e giuridica, sostenendo guerre, alimentando tensioni e giustificando crimini con la retorica dei “diritti umani”.

Attraverso una ricostruzione rigorosa, l’autrice collega le guerre in Iraq, Siria, Libia, Ucraina e il genocidio in Palestina alla strategia unipolare degli Stati Uniti, fondata sull’espansione della NATO e sull’uso sistematico della forza militare come sostituto del diritto internazionale. Nel fare questo, Basile non si limita a un’analisi geopolitica: denuncia anche la trasformazione antropologica delle classi dirigenti europee, ormai disposte ad accettare tutto, purché venga presentato nel linguaggio patinato della civiltà occidentale.

Una parte fondamentale del libro è dedicata alla decostruzione dei Trattati europei – da Maastricht a Lisbona – evidenziando come l’impianto neoliberista alla base dell’UE impedisca ogni reale alternativa democratica e sociale. Si parla della fine del multilateralismo, della cancellazione della soggettività operaia, della trappola del debito, della sorveglianza dei flussi finanziari, e della colonizzazione del pensiero tramite media e accademia allineati.

Ma Approdo per noi naufraghi non è solo un atto d’accusa. È anche un invito alla riflessione e all’azione. Nella parte conclusiva del saggio, Elena Basile propone di immaginare un cambio di paradigma: abbandonare la logica hobbesiana del nemico e del conflitto permanente, e riscoprire la pace come fondamento della politica. Tra le opzioni esplorate: una rifondazione radicale dell’Europa come potenza civile indipendente, un’alleanza strategica con il Sud globale e i BRICS, o persino un ritorno al ruolo dello Stato nazionale.

Il saggio si chiude con una domanda che attraversa ogni pagina: è ancora possibile un’Europa democratica, pacifica, giusta, che non sia più schiava del dollaro e delle armi? La risposta, suggerisce l’autrice, dipende da noi, da una nuova soggettività politica capace di dare forma e voce al dissenso.

Un’opera coraggiosa, necessaria, che unisce rigore analitico e tensione morale. Non è solo un libro da leggere: è un punto di partenza per chi vuole ritrovare un orizzonte politico nell’età della disillusione.

Per saperne di più visita le seguenti pagine:

https://it.insideover.com/politica/leuropa-e-i-suoi-naufraghi-secondo-elena-basile-tracollo-morale-delloccidente-occorre-cambiare-paradigma.html

https://www.tag24.it/1370165-approdo-per-noi-naufraghi-di-elena-basile-un-libro-necessario

Germana Falcone

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