Nel mese di agosto 2025, La Fionda ha ospitato due miei scritti che hanno sollevato dibattiti accesi e, come sempre accade quando si toccano nervi scoperti, suscitato reazioni contrastanti. Due interventi che non vogliono confortare né compiacere, ma piuttosto inquietare, rompere il conformismo e porre domande scomode a un’opinione pubblica troppo spesso narcotizzata da narrazioni imposte.
Il primo articolo, pubblicato il 4 agosto e intitolato “Genocidio e doppi standard: una riflessione sulle parole di Liliana Segre”, nasce da un’esigenza etica prima ancora che politica: quella di confrontarmi apertamente con l’atteggiamento della Senatrice Segre di fronte alla tragedia palestinese. Lo faccio con rispetto per la sua storia personale e il suo impegno contro il nazifascismo, ma anche con il dovere intellettuale di confutare un’impostazione che, a mio avviso, alimenta il pensiero binario e i doppi standard. L’esclusività morale riservata all’Olocausto, l’opposizione pregiudiziale all’uso del termine “genocidio” per Gaza, l’identificazione di ogni critica a Israele con l’antisemitismo: sono strumenti di silenziamento e di rimozione, che contribuiscono a legittimare l’impunità dello Stato israeliano. La mia riflessione non è un attacco personale, ma un grido politico contro l’indifferenza selettiva e la complicità morale di un’Europa che ha dimenticato i propri principi.
Il secondo contributo, “Variabili di potere e sovranità: le guerre per procura dell’Occidente”, è uscito il 9 agosto. In questo testo tento di decostruire il mito della sovranità nazionale in un sistema internazionale dominato dal ricatto economico e militare degli Stati Uniti e dai suoi vassalli europei. A partire dalle primavere arabe, passando per la Siria, fino al conflitto in Ucraina, mostro come il malcontento popolare diventi uno strumento di destabilizzazione a comando, una variabile manipolata da potenze esterne per piegare Stati indipendenti ai voleri del capitalismo finanziario occidentale. I BRICS rappresentano oggi un embrione di resistenza a questo dominio, mentre l’Europa — ridotta ad appendice del Pentagono — baratta la propria indipendenza strategica con il gas americano e la complicità nel genocidio di Gaza.
Entrambe le pubblicazioni si confrontano con una verità scomoda: quella di un Occidente che ha tradito sé stesso. Che ha seppellito i propri valori costituzionali sotto le macerie di Kiev e sotto le bombe su Rafah. Che parla di pace mentre arma le guerre. Che invoca la libertà mentre reprime ogni forma di dissenso. Scrivo perché non intendo rassegnarmi al rumore del pensiero unico. Scrivo per chi vuole ancora ascoltare un’altra voce.
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Genocidio e doppi standard
Variabili di potere e sovranità