Nel suo nuovo contributo per La Fionda, pubblicato il 26 ottobre 2025 e intitolato “La guerra come spettacolo e menzogna“, l’ambasciatrice e scrittrice Elena Basile torna a riflettere sull’ipocrisia mediatica e politica dell’Occidente, denunciando la drammatica deriva morale con cui si continua ad affrontare i conflitti armati contemporanei.
Basile parte da una considerazione storica: aprile fu il mese con il più alto numero di vittime statunitensi nella Seconda guerra mondiale, segno che i conflitti si intensificano nel loro epilogo. Anche la guerra in Ucraina, sostiene, non farà eccezione: il numero giornaliero di soldati ucraini caduti è altissimo, in una guerra di logoramento che continua ad essere alimentata da chi siede comodamente nelle redazioni, nei salotti televisivi o nei palazzi del potere occidentale.
Attraverso una critica serrata, l’autrice mette in discussione la narrazione dominante che presenta il conflitto come inevitabile e la diplomazia come inutile. Denuncia il cinismo di politici, analisti e giornalisti che si esprimono con sicurezza sulla necessità di continuare i combattimenti, ignorando le implicazioni umane della guerra e contribuendo alla creazione di un immaginario in cui la morte è spettacolo e la propaganda è verità.
Basile ricorda esempi recenti e passati di menzogne di Stato: dalle falsità di Bush e Blair sulle armi in Iraq, all’intervento in Libia di Sarkozy, fino alla retorica odierna che continua a giustificare massacri in nome di un ordine liberale fittizio. L’ambasciatrice non risparmia critiche neanche alla rappresentazione spettacolare della politica: è il caso di Volodymyr Zelensky, definito come un ex comico ormai integrato nella macchina propagandistica globale, che recita la parte del nuovo Churchill davanti a platee occidentali compiacenti.
Particolarmente severa è la denuncia della deriva colonialista in Medio Oriente: si impone un progetto occidentale su Gaza, si esclude l’UNRWA, si nega qualsiasi legittimità alla soggettività palestinese. L’islamofobia, strumento utile alla propaganda, viene agitata come spauracchio per legittimare ogni crimine, anche la tortura sistemica dei detenuti palestinesi, mentre si continua a dare per certe violenze da parte di Hamas mai provate e ormai ampiamente smentite.
Secondo Elena Basile, è in atto un vero e proprio tracollo morale dell’Occidente, rappresentato dal cinismo dei suoi protagonisti pubblici, dall’incapacità di confrontarsi con argomenti razionali e dalla scelta sistematica dell’insulto e della demonizzazione dell’altro. Una condizione che, scrive, ricorda per molti versi il linguaggio e le logiche del Ventennio fascista.
Il suo intervento si chiude con amarezza e consapevolezza: se questi attori dominano la scena è anche perché “siamo stati noi a consegnare loro lo scettro”. Un invito, dunque, non solo a prendere coscienza, ma anche a recuperare senso critico e responsabilità.
Leggi l’articolo completo su La Fionda: https://www.lafionda.org/2025/10/26/la-guerra-come-spettacolo-e-menzogna/ .